Vita di Michelangelo by Romain Rolland

Vita di Michelangelo by Romain Rolland

autore:Romain Rolland
La lingua: ita
Format: azw3, epub
editore: Ascoltalibri Edizioni
pubblicato: 2014-03-26T07:00:00+00:00


S'alcun se stesso al mondo ancider lice,

Po' che per morte al ciel tornar si crede,

Sarie ben giusto a chi con tanta fede

Vive servendo miser' e 'nfelice.

Era in una sovreccitazione di spirito, e cadde malato nel giugno 1531. Clemente VII si sforzò invano di calmarlo. Gli fece dire dal suo segretario e da Sebastiano del Piombo di non eccedere col lavoro, di prender le cose con misura, di lavorare a suo agio, di far a volte una passeggiata, di non ridursi allo stato di uomo di fatica. Nell'autunno 1531, si temette per la sua vita. Uno dei suoi amici scriveva a Valori: “Michelagnolo è istenuato e diminuito de le carne: e l'altro dì col Bugiardino e Antonio Mini a lo stretto ne parlamo, e' quali sono chonti novi chon lui, e infine faciemo un computo che Michelangelo viverà pocho se non si rimedia. Lavora troppo, mangia poco e male, e dorme ancora meno. Da un anno ha mal di testa e di cuore.“ Clemente VII fu realmente preoccupato; il 21 novembre 1531, un breve del papa proibì a Michelangelo, sotto pena di scomunica, di lavorare ad altro se non alla tomba di Giulio II e alle tombe dei Medici, per tutelarsi la salute e “più a lungo glorificare Roma la tua famiglia e te stesso”.

Lo protesse dalle insistenze di Valori e dei ricchi mercanti che venivano come d'abitudine a ordinare delle opere d'arte e a imporre a Michelangelo dei nuovi impegni. E gli faceva scrivere “Quando gli chiedono un quadro, ficchisi un pennello nel piè e faccia quattro fregi e dica: ecco fatta la pittura”. Si interpose tra Michelangelo e gli eredi di Giulio II, che divenivano minacciosi. Nel 1532, un quarto contatto tra i rappresentati del duca d'Urbino e Michelangelo riguardo alla tomba: Michelangelo prometteva di fare un nuovo modello del monumento, di dimensioni molto ridotte, da terminare in tre anni, e di pagare tutte le spese, più duemila ducati, in compenso delle somme che aveva già ricevuto da Giulio II e dai suoi eredi. “Basta che si trovi nell'opera, scriveva Sebastiano dal Piombo a Michelangelo, un po' del vostro odore.” Tristi condizioni queste che Michelangelo firmò, poiché era la rovina del suo grande progetto, e inoltre doveva anche pagare! Ma di anno in anno, questa era in verità la rovina della sua vita, la rovina della Vita, che Michelangelo firmava in ognuna delle sue opere disperate.

Dopo il progetto del monumento di Giulio II, anche il progetto delle tombe dei Medici crollò. Il 25 settembre 1534, morì Clemente VII. Michelangelo, per sua fortuna, in quel momento era assente da Firenze. Da molto viveva nell'inquietudine; perché il duca Alessandro dei Medici lo odiava. Senza il rispetto che aveva per il papa, l'avrebbe fatto uccidere. La sua inimicizia era ancora accresciuta da quando Michelangelo aveva rifiutato di contribuire all'asservimento di Firenze, costruendo una fortezza per dominare la città: - atto di coraggio, che mostra , in quest'uomo timoroso, la grandezza del suo amore per la patria. Da quel momento, Michelangelo si aspettava



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